Scritto da 13:37 Politica Interna

Terzo Polo, “Se son rose…si uniranno”

Il Terzo Polo si spacca a Siena proprio mentre si va verso il Partito Unico. Cosa aspettarsi ora da Renzi e Calenda?

Terzo Polo. Nato dalle burrascose trattative per le coalizioni pre elezioni politiche 2022, oggi rappresenta il “centro” in parlamento. Si appresta alla federazione ma la missione si complica dopo le regionali e con il caso delle comunali di Siena.

Il caso delle Comunali di Siena

A Siena, il Terzo Polo si spacca e si allontana dal gruppo di Azione che correrà con una sua lista autonoma e con un proprio candidato sindaco.

Azione Siena, in una partecipata riunione alla presenza degli organi comunali e provinciali, nonché del segretario regionale Marco Remaschi, ha deciso all’unanimità e con vivo entusiasmo di presentare una lista e candidatura a Sindaco autonoma del “Terzo Polo” per le elezioni del Comune di Siena.” Queste le parole del segretario locale di Azione, Giorgio Masina.

Italia Viva grida alla provocazione e risponde con Massimo Cava. Allo stesso tempo però, non nasconde la sua preoccupazione per le ripercussioni che questa frattura potrebbe avere sul loro percorso nazionale.

Giorgio Masina

Le discussioni dopo le regionali

Questo è solo l’ultimo episodio di una serie di frizioni che hanno coinvolto il Terzo Polo dopo le regionali lombarde e laziali. Moratti e D’Amato non hanno fatto breccia nei cuori dell’elettorato, smentendo di fatto le previsioni di Calenda e Renzi. La loro ipotesi infatti, prendeva in considerazione solo l’ottimo risultato ottenuto alle elezioni politiche.

Calenda si è reso protagonista di dichiarazioni poco dolci nei riguardi dell’elettorato, parlando di scelte preferenziali che non premiano i programmi e che non valutano il lavoro svolto. Un riferimento particolare riguardava la vittoria di Fontana, secondo il leader di Azione immeritata dopo la gestione della pandemia. Dichiarazioni queste, non condivise dal compagno di coalizione, Matteo Renzi, che chiede invece una diversa riflessione sui risultati. Rispettabile infatti appare agli occhi della critica la sua ammissione di sconfitta e la richiesta di maggiore rispetto nei confronti delle indicazioni provenienti dal corpo elettorale (sottolineando però le elevate percentuali di astensionismo). 

Terzo Polo: dichiarazioni Renzi e Calenda
Foto: Dichiarazioni di Renzi e Calenda

Ora il Partito Unico

Una discussione che ha portato Calenda a chiedere di accelerare sul Partito Unico, così da arrivare al Congresso con uno spiccato spirito di squadra e da proporre una nuova segreteria che metta in discussione le partizioni. Particolare attenzione ha riservato poi all’opportunità di mantenere il suo stesso nome nel logo del Terzo Polo.

Bisogna ricordare infatti che è stato lo stesso Calenda – su proposta di Renzi – il frontman della coalizione presentata nelle ultime elezioni politiche del 25 settembre. Circostanza che li vide portare a casa un ottimo risultato, assestandosi davanti a Forza Italia e convincendo i due a federare il partito nella prospettiva di un Partito Unico, che ora però deve discutere sul suo futuro segretario.

Carlo Calenda con Matteo Renzi. Fonte: ANSA/ETTORE FERRARI

Uniti contro il Movimento 5 Stelle

La storia del Terzo Polo, nasce si nel 2022 ma le due componenti sono figlie, entrambe, delle consultazione del 2018 che portarono al Governo Conte Bis. Azione nacque infatti, tre mesi dopo l’uscita di Calenda dal PD; uscita che fu formalizzata dal leader romano nel congresso del partito stesso, dopo l’avvicinamento al Movimento 5 stelle. 

Come nasce Azione

Calenda è da sempre stato un netto oppositore delle politiche grilline e di un’alleanza Giallo-Rossa. Si era infatti espresso con una mozione (votata ad ampia maggioranza) che chiedeva di tenere lontani i due partiti.

Questo lo spingerà a lasciare il partito che lo aveva portato in Parlamento prima e in Europa poi, fondando Azione, il cui primo esordio come soggetto politico autonomo avverrà nelle comunali di Roma, dove lo stesso Calenda correrà a sindaco ottenendo un ampio consenso.

Carlo Calenda. Fonte: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Come nasce Italia Viva

Anche per Italia Viva il Conte bis rappresenta un crocevia. Nel 2018 Renzi lascia la direzione PD al reggente Martina (che verrà poi sostituito da Zingaretti), circostanza che rappresenta il factotum alla base della nascita del secondo Governo a trazione grillina. Sarà proprio il senatore fiorentino – dopo la convulsa estate del Papete e dopo la fiducia al Governo – a muovere le trattative tra PD e M5S , creando il gruppo Parlamentare di Italia Viva, il cui momento di maggiore popolarità coinciderà con la caduta dello stesso Conte bis e con le dimissioni dei suoi ministri. 

Matteo Renzi (ANSA)

“Si agli alleati, no agli amici”

La comune avversione alle politiche del Presidente Conte è uno dei punti di incontro dei due partiti che, per arrivare all’alleanza elettorale del Terzo Polo, dovranno prima superare le frizioni personali tra i due leader. Calenda, Ministro per le politiche economiche, non nasconderà mai una certa avversione nei confronti di alcune scelte dell’allora Premier, tacciando Renzi di un eccessivo protagonismo. Fu infatti alla vigilia della tornata elettorale che i due sembravano dover correre divisi, con Azione componente dell’alleanza del Centro-sinistra, destinata però a perdere i calendari dopo le frizioni con i Verdi-Sinistra italiana. Il tutto dopo il vano tentativo di Letta di dialogare con il Movimento 5 Stelle.

Arriverà a quel punto la tanto attesa mano tesa di Renzi nei confronti di Calenda, azione che dimostrerà la riuscita dell’esperimento e che convincerà l’elettorato a premiare il Terzo Polo con un risultato del 7,7 %. 

Verso il congresso…

Nel neonato progetto del Terzo Polo, Renzi parte svantaggiato. Ecco il perché dell’immediata scelta di lasciare il ruolo di protagonista al collega Calenda. Questo però non prima di aver piazzato tutti i suoi fedelissimi in seggi sicuri e di aver concordato con il compagno di partito un passo indietro, in previsione di una futura segreteria comune. 

La fusione pertanto non sembra essere attualmente in grave pericolo. Attenzione però, perché i due leader dovranno essere in grado di conciliare il loro forte carisma, punto di forza ma anche di debolezza di un’alleanza destinata a rimanere quindi in bilico…almeno per ora.

Ultima Modifica: 7 Marzo 2023

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