Nel corso di venerdì 7 luglio è diventata di dominio pubblico, tramite un reportage del Corriere della Sera, l’inchiesta che vede come protagonista Leonardo Apache La Russa, figlio dell’attuale presidente del senato, Ignazio La Russa, che è stato accusato di aver violentato una ragazza di 22 anni nella notte tra il 18 e il 19 maggio.
La possibile dinamica della violenza
Dopo aver trascorso la serata in una nota discoteca milanese, l’Apophis, i due ragazzi si sarebbero diretti a casa di Leonardo, anche se non è ancora chiaro come ci siano arrivati e lo stato della ragazza al momento dell’arrivo. Il giorno seguente, la ragazza si sarebbe ritrovata nuda e in stato confusionale. In seguito allo scompiglio, la 22enne si sarebbe diretta alla clinica Mangiagalli di Milano, per effettuare un controllo ginecologico presso il centro antiviolenza.
Dal referto rilasciato presso la clinica sarebbero state evidenziate tre lesioni, anche se attualmente non è ancora stato chiarito se possano essere riconducibili a una possibile violenza sessuale. Inoltre, dai test tossicologici effettuati successivamente, la ragazza sarebbe risultata positiva a tre sostanze stupefacenti: cannabis, cocaina e benzodiazepine – farmaci con proprietà tranquillanti -. Difatti, poi, la ragazza ha rivelato di aver ingerito lo Xanax, nonostante non sia ancora chiaro a quando risalirebbe l’assunzione, e la cocaina, come rivelato dalle conversazioni che sono state diffuse dalla stampa.
La presa di posizione della politica
Questo avvenimento ha scaturito numerosi dibattiti pubblici, dalla difesa del presidente del senato alla condanna della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, seguiti dalle dichiarazioni del presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
Ignazio La Russa si è espresso così, non appena la vicenda è divenuta di pubblico dominio:
“Dopo averlo interrogato a lungo, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio”
Parole che non sono passate inosservate, con Elly Schlein, segretaria del PD, che ha prontamente comunicato tutta la propria contrarietà nei confronti dei concetti espressi dal presidente del senato:
“Trovo disgustoso che il Presidente del Senato colpevolizzi una donna che denuncia una violenza. Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso”
Successivamente, non è mancato l’intervento dell’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni:
“Tendo a sodalizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi” Aggregando, inoltre, un commento in merito all’uscita del presidente del senato: “Comprendo da madre la sofferenza del presidente del Senato anche se non sarei intervenuta nel merito della vicenda”.
Il dialogo tra la ragazza e un’amica
Sono emerse delle conversazioni, avvenute tramite Whatsapp, tra la 22enne ed una sua amica, che avrebbe trascorso la serata con lei, almeno fino a quando la ragazza non ha abbandonato il luogo:
L’incipit della 22enne:
“Amo mi sono risvegliata da La Russa… ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri. Mi sto prendendo male, ma davvero, troppo. Cosa è successo? Amo mi sono svegliata qui da lui e non ricordo nulla. Aiuto… Dio santo, davvero? Cosa è successo? Non ricordo nulla”
La replica dell’amica:
“Fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri normale, eri stra normale. Avevamo fatto delle strisce anche lì all’Apophis… non è quello che ti ha fatto diventare strana… è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare… io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” (…) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme”
In procinto di terminare la serata, l’amica descrive il saluto:
“Alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui”
La conclusione della 22enne:
“Mi ha drogata. Mi ricordo tutto perfettamente fino a un certo punto. Ma ti rendi conto… Che vergogna. Sto uscendo. Non ho parole… Inizia pure a girarmi la testa… Sono terrorizzata, sto aspettando mi porti le mie cose ,vestiti e cose varie. No, me ne vado”.
Le parole del legale
Il legale della famiglia della ragazza si è esposto pubblicamente, alla ricerca di possibili testimonianze attendibili che possano aiutare a ricostruire i fatti:
“Stiamo lavorando anche di notte. L’obiettivo è chiudere il cerchio identificando i soggetti che possano portarci alla verità. Li stiamo cercando uno ad uno”.
Ciò che in Italia viene spesso tralasciato, o addirittura dimenticato, è che prima di dare un giudizio bisogna lasciare agire le autorità competenti. Una denuncia non va in alcun modo sminuita, ma allo stesso tempo non equivale ad una condanna. La magistratura deve fare il suo corso, senza che l’opinione pubblica si esprima in modalità avvilente nei confronti di una questione tanto delicata.
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Ultima Modifica: 19 Luglio 2023