Scritto da 15:30 Politica Estera

Il Sur: la nuova moneta comune tra Brasile e Argentina

Il Sur: la nuova moneta comune tra Brasile e Argentina

Negli ultimi giorni, si sta discutendo molto riguardo la possibile istituzione di una moneta comune tra Argentina e Brasile. Tale progetto potrebbe fungere da pilota per un eventuale ampliamento del raggio d’azione a tutta l’America Latina. Sebbene il dialogo tra i due Paesi a riguardo sia attivo da anni, la svolta è avvenuta con l’elezione del nuovo esecutivo brasiliano, il quale presenta vedute condivise con Buenos Aires sulle tematiche principali. 

Cos’è il Sur?

Lo scorso 21 gennaio, tramite un testo inviato al quotidiano argentino Perfil, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e la sua controparte argentina Alberto Fernández hanno annunciato la volontà di istituire una moneta comune che permetta un miglioramento dei rapporti economici tra le due potenze sudamericane. Essa potrebbe prendere il nome di Sur e fungere inizialmente come mezzo di import/export, per poi successivamente sostituirsi alle valute nazionali anche nelle ordinarie operazioni monetarie. L’obiettivo principale è quello di favorire gli scambi commerciali tra i due Paesi e slegare l’economia latinoamericana dal cappio stringente del dollaro. 

In settimana si terrà un incontro tra i leader dei paesi membri del CELAC (Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi) a Buenos Aires, occasione che potrebbe esser sfruttata per un annuncio ufficiale a riguardo.

Sviluppo e tempistiche

Un progetto analogo risale al 1987, in un periodo complesso per Brasilia e Buenos Aires. I due Paesi erano nel pieno di una fase transitoria, che li avrebbe condotti verso un sistema democratico, al termine di stringenti dittature. Il Gaucho, nome scelto per la valuta, non vide la luce a cause di queste problematiche. 

A completo compimento del processo di democratizzazione, il freno del progetto è sempre stato rappresentato dalla discordanza politica tra i due esecutivi. Oggigiorno però, il nuovo inquilino del Palácio da Alvorada presenta una linea politica molto simile a quella del collega argentino, fattore rivelatosi fondamentale per la buona riuscita del progetto. 

Le consultazioni si protraggono oramai da quattro anni e non è prevista alcuna concretizzazione a breve termine. Il ministro dell’economia argentino Sergio Massa, in lizza per le elezioni presidenziali, ha affermato ai microfoni del Financial Times: «verrà presa la decisione di iniziare a studiare i parametri necessari per una moneta comune, compresi gli aspetti fiscali, delle finanze pubbliche e del ruolo delle banche centrali. Non voglio creare false aspettative ma è il primo passo di un lungo cammino che sono convinto l’America Latina debba percorrere»

Il rapporto asfissiante col dollaro

Uno dei fattori principali che ha portato alla scelta di intraprendere quest’avventura comune a livello monetario è la forte dipendenza dei paesi sudamericani dal dollaro. In quanto valuta forte, esso non solo rappresenta parte delle transazioni interne alle nazioni stesse, ma anche una buona percentuale delle loro riserve economiche. Al fine di sciogliere i legami di dipendenza con Washington, il Sudamerica, mira all’istituzione di una moneta forte, che possa sostituirsi a quella made in USA. Le fasi preliminari di tale ambizioso prospetto si stanno affrontando questi giorni con i colloqui tra Brasile e Argentina. 

Rischi e benefici

La partizione di rischi e benefici risulta essere iniqua secondo molti analisti; lo stesso Banco Central do Brasil, la principale autorità monetaria del Paese, si mostra scettico alla proposta, asserendo che legarsi ad un’economia fragile come quella argentina porterebbe solo svantaggi. 

D’altro canto un sistema valutario condiviso concorrerebbe ad un aumento dei traffici commerciali, già molto proficui, ed una conseguente diminuzione di valuta straniera in loco.

Il sogno latinoamericano

L’ambizione sarebbe quella di creare un’Eurozona “al passo di samba”, con il fine di eliminare ogni forma di subordinazione alla Casa Bianca. Il processo di dedollarizzazzione prosegue, così come l’inesorabile, seppur lento, dissolvimento di Washington dal “cortile di casa“; nel frattempo, dall’altra parte del Pacifico, Pechino gongola…

 

Ultima Modifica: 1 Febbraio 2023

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