Scritto da 8:20 Politica Estera

Terrorismo ed elezioni in Pakistan: la situazione nel 2023

TTP Pakistan
A gennaio il Paese asiatico ha subito un grave attentato. Ecco chi sono i Taliban pachistani, la nuova cellula terroristica che sta minacciando il Paese.

Il 30 gennaio scorso il Pakistan è stato scosso da un attentato terroristico che ha causato quasi cento morti. L’attacco suicida è avvenuto in una moschea di Peshawar e, secondo i media locali, ha provocato decine di feriti e almeno 90 vittime (per lo più agenti di polizia). Il luogo di culto, che era affollato per la preghiera di mezzogiorno, si trova all’interno di un complesso militare ed è per questo motivo che la maggior parte delle vittime sono soldati. La strage è stata rivendicata dai talebani del Tehrik-i-Taliban Pakistan, un gruppo terroristico pachistano noto anche con l’acronimo TTP. Le forze di polizia locali affermano che l’attacco avrebbe avuto lo scopo di vendicare la morte del leader del TTP Omer Khalid Khorasani, ucciso nell’agosto del 2022 dall’esplosione di una mina nella provincia afghana del Paktika (e per la cui morte il gruppo terroristico aveva incolpato i servizi segreti pachistani).  

Terrorismo ed elezioni
Città in cui è avvenuto l’attentato

Che cos’è il TTP? 

Si tratta di una coalizione di jihadisti alleata con i Talebani afghani e con gruppi estremisti come Al Qaeda ed ISIS. Il gruppo è stato fondato nel 2007 da Baitullah Mehsud (ucciso nel 2009) ed è attivo nella zona nordovest del Paese, al confine tra Pakistan ed Afghanistan. I suoi leader sono per lo più veterani della guerra in Afghanistan, ma la cellula è composta anche da criminali di vario tipo che conducono un’esistenza latitante e che si nascondono nelle aree rurali del nord del Paese. Per quanto riguarda gli obiettivi della coalizione, i Taliban pachistani colpiscono per lo più bersagli statali. Oltre alla grave crisi economica e ai cambiamenti climatici (l’estate scorsa una serie di terribili alluvioni ha messo in ginocchio milioni di persone), il TTP rappresenta quindi un’ulteriore minaccia per il Pakistan ed è una prova dell’instabilità politica e sociale in cui si trova il Paese. 

Presenza del TTP sul territorio

Ordinamento politico del Pakistan 

Il Pakistan è una Repubblica Islamica basata sulla sharia, ossia l’insieme di norme religiose dettate da Dio che regolano la condotta morale dei propri seguaci. La religione maggiormente diffusa (97%) è quella musulmana, a prevalenza sunnita, ma è presente anche una corposa minoranza sciita. Gli scontri religiosi, fomentati dalla presenza di più gruppi fondamentalistici, sono purtroppo assai diffusi: l’ultimo attacco, infatti, era indirizzato a una moschea sunnita ma in passato sono state colpite anche luoghi di culto di fede sciita e altri bersagli statali. A quanto pare, i Talebani pachistani sono anche responsabili dell’assassinio dell’ex premier pachistana Benazir Bhutto nel 2007 e dell’attacco del 2012 a Malala Yousafzai, giovane attivista che due anni dopo ha vinto il premio Nobel per la pace. 

terrorismo
Benazir Bhutt, vittima del terrorismo
Malala Yousafzai

Una nuova fase di violenza 

TTP e governo hanno concordato un cessate il fuoco che è durato per svariati mesi. Tuttavia, a partire da novembre, la coalizione estremista ha rotto la tregua, dando inizio ad una nuova fase di violenza. L’attentato del 30 gennaio, infatti, è considerato come l’attacco più grave messo in atto dal TTP da quando i Talebani afghani hanno riconquistato il controllo dell’Afghanistan nel 2021. Gli estremisti hanno colpito soprattutto obiettivi militari e statali, ma purtroppo non sono mancate neanche le vittime civili. 

Le prossime elezioni 

Le prossime elezioni nel Paese si terranno tra pochi giorni, tra il 16 e il 19 marzo: si tratta di elezioni suppletive – ossia quelle con cui si eleggono deputati e senatori – attraverso le quali verranno scelti 33 seggi in Parlamento.

Nel Punjab si terranno a fine aprile, mentre quelle generali in ottobre. Il malcontento generale è cresciuto anche in seguito alla decisione da parte della PEMRA (la Pakistan Media Regulatory Authority) di non trasmettere più i discorsi dell’ex primo ministro Imran Khan, politico progressista definito da alcuni un “grande amico dell’Europa”, particolarmente popolare tra i giovani pachistani. Il Paese, però, si trova non soltanto sull’orlo del fallimento economico, con un’inflazione mai così alta dagli anni Settanta, ma anche in un periodo di forti tensioni politiche e sociali, che hanno aggravato il flusso migratorio dei cittadini pachistani verso l’Occidente. Nella strage di Cutro avvenuta pochi giorni fa erano presenti anche diverse vittime pachistane, tra cui la campionessa di hockey e capitano della squadra nazionale femminile Shahida Raza. 

In questo contesto, i gruppi estremisti sarebbero dunque in grado di salire al potere e di instaurare un regime ancora più tirannico. “Se il Pakistan fallisce, le fazioni jihadiste e terroristiche avranno il potere di intromettersi nella configurazione interna del paese. Ciò causerà ancora più malcontento e anarchia sociale, un fenomeno destinato a diffondersi come una pandemia in tutto il mondo di oggi, interconnesso come mai prima d’ora” avverte l’analista Muhammad Wajahat Sultan su Pakistan Today.  

Ultima Modifica: 21 Marzo 2023

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