Written by 17:17 Politica Estera

Tregua pasquale finita, retorica inclusa.

Il 20 aprile 2025 è terminata la tregua di 30 ore tra Russia e Ucraina, annunciata da Putin in occasione della Pasqua ortodossa. Doveva essere un gesto simbolico. Non lo è stato.

Le forze russe hanno lanciato 46 attacchi e oltre 900 bombardamenti, 448 con armi pesanti. L’Ucraina ha risposto con 900 droni. Tutto come previsto, o forse peggio.

Quella che viene chiamata “tregua” è sembrata più una pausa tattica che un segnale di distensione. Nessuna reale sospensione del conflitto. Solo comunicazione, a uso interno ed esterno. Un modo per dire “abbiamo provato”, senza mai volerlo davvero.

Putin fa l’annuncio. Zelensky replica con freddezza. Intanto i bombardamenti continuano. E ancora una volta il linguaggio diplomatico serve più alla propaganda che alla pace.

Quello che colpisce è come anche parole come “cessate il fuoco” o “tregua” stiano perdendo valore. Bruciate dall’uso strategico, senza contenuto.

In questo contesto, anche il silenzio di 30 ore diventa rumore. Perché se la pace non viene costruita con intenzione, resta solo una parentesi. E ogni parentesi, se non cambia nulla, è solo una pausa tra due attacchi.

Last modified: 29 Maggio 2025

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