Written by 11:41 Politica Interna

Leoni ha parlato. Ora comincia la battaglia.

Simone Leoni non è sceso in campo con felpe o sneakers. Al contrario: completo classico, postura rigida, toni istituzionali. Ma quello che ha detto ha fatto più rumore del look. Nel congresso di Forza Italia Giovani, ha preso parola contro xenofobia, omofobia e antisemitismo. Non ha fatto nomi, ma il bersaglio era chiaro. E non era interno al suo partito, almeno sulla carta.

In un clima dove molti giovani politici si limitano a ricalcare i discorsi dei “grandi”, Leoni ha scelto di prendersi un rischio. Non ha usato mezze parole. Ha detto che ci sono generali che attaccano i diritti da dietro una divisa. Ha detto che non ci sta. E lo ha fatto davanti a una platea che, per abitudine, tende a non esporsi troppo.

È stata una scelta politica. Ma è stata, soprattutto, una scelta comunicativa. Perché oggi il consenso non si costruisce solo sul “cosa”, ma sul “quando” e sul “dove” si sceglie di parlare. Leoni ha parlato nel momento in cui Forza Italia è in cerca di identità. E lo ha fatto con un messaggio che rompe la comfort zone del partito moderato: o si cambia passo, o si resta indietro.

Adesso viene il difficile. I discorsi coraggiosi si fanno in piedi. Ma la politica vera si fa stando seduti, a trattare, a organizzare, a resistere. Leoni ha scelto il campo. Ora deve costruire il gioco.

Vedremo se Forza Italia Giovani sarà davvero disposta a seguirlo. O se resterà solo, ben vestito, ma inascoltato.

Last modified: 30 Giugno 2025

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