Dopo le numerose iniziative da parte di Ultima Generazione – noti come gli “Ecoattivisti” – che hanno suscitato scalpore all’interno dell’opinione pubblica, il Governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di prendere provvedimenti per interrompere le attività ambientaliste più estreme. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di preservare le opere d’arte e i monumenti, più volte presi di mira con proteste e atti alquanto eclatanti.
Tra i tanti episodi, è bene ricordare gli attacchi a Palazzo Vecchio a Firenze e a Palazzo Madama. Ultimo non per importanza, quello alla fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma, che ha spinto la Premier Meloni a prendere seri provvedimenti per ristabilire l’ordine pubblico. Diverse le disposizioni pensate dal governo per frenare l’ondata ecologista: dalla galera al Daspo.
Deterrente: carcere per gli ecoattivisti
La prima misura evidenziata all’interno della proposta di legge è rappresentata dal carcere per chi deturpa, imbratta o danneggia il patrimonio artistico. L’idea è quella di estendere l’articolo 635 del codice penale anche al danneggiamento. Allo stato attuale, la legge non è applicabile per questi ultimi casi, a meno che non siano immutabili.
Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia e primo firmatario, si è espresso così: “Serve un deterrente per queste condotte che non sono bravate”. Di conseguenza, se la proposta di legge dovesse essere approvata, gli artefici di possibili imbrattamenti o danneggiamenti rischierebbero da 6 mesi a 3 anni di carcere.
C’è una differenza tra la disobbedienza civile raccontata da Thoreau e applicata da Ghandi, e questo non-diritto a realizzare atti vandalici. A riferirlo è sempre Lisei, che si è espresso così: “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile non va assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza”. Difatti, si tratta di “un non-principio che non può essere in alcun modo legittimato”.
Divieto d’accesso alle opere tutelate
La seconda sanzione che il governo vuole introdurre, per ridurre gli attacchi vandalici da parte degli ecoattivisti, è una sorta di Daspo urbano. Ciò significa che per gli individui che dovessero riportare una o più denunce, scatterebbe il divieto di avvicinarsi agli edifici, ai monumenti e alle opere salvaguardate. La punizione, nell’evenienza in cui questo divieto dovesse essere eluso, comporterebbe una multa che varia dai 500 ai 1000 euro.
La replica di Ultima Generazione
E’ giunta seduta-stante la replica da parte di Ultima Generazione, il collettivo autore delle numerose messe in atto a favore della causa climatica. A riferire il pensiero del gruppo è stato il portavoce, Simone Fidicchia, che ha mosso un’accusa molto specifica al governo: “Invece di occuparsi della crisi climatica è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti”.
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Ultima Modifica: 16 Aprile 2023