Così ha esordito il Cavaliere Silvio Berlusconi, probabilmente disseminando il panico in maggioranza e non solo, anche in Europa.
Le dichiarazioni del Cavaliere e le reazioni del PPE
Dopo aver votato per le elezioni regionali lombarde al suo seggio di via Ruffini a Milano, Silvio Berlusconi si è reso protagonista di quella che attualmente la critica considera l’ennesima polemica politica.
Questa volta però ha coinvolto anche le posizioni europee “pro Ucraina”.
“Io a parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato. Non doveva attaccare il Donbass”.
Queste le dichiarazioni di Berlusconi in riferimento all’incontro della Premier Meloni con Zelensky.
La nota di Forza Italia per placare immediatamente la nascente diatriba non si è giustamente fatta attendere:
“Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio. Ha solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra, senza venire mai meno all’adesione di FI alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, dell’Europa e degli Usa. Berlusconi non ha mai nominato Putin, dal quale ha più volte sottolineato di essere rimasto deluso, ha solo spiegato che nessuno è esente da responsabilità. A dimostrazione di come egli sia preoccupato e desideri un ritorno alla pace che interrompa questa spirale di violenza e di morti, il presidente Berlusconi ha auspicato un gigantesco piano Marshall in favore dell’Ucraina e del suo popolo”.
Neanche questo gesto però è riuscito a sedare la contrariata reazione del PPE europeo, che ha subito annullato le giornate studio previste a Napoli:
“A seguito delle osservazioni di Berlusconi sull’Ucraina, abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo”.
Intanto in maggioranza…
Giorgia Meloni, a riguardo, sembra irremovibile.
“Pro Ucraina” dall’inizio della sua legislatura, non ha messo mai un piede in fallo a riguardo.
Addirittura il suo approccio è considerato in Europa un punto di equilibrio tra Popolari e Conservatori.
Ma non solo.
E’ il Capo di Stato che ad oggi, in Europa, può vantare il governo più forte, con una maggioranza assolutamente larga ed una prospettiva di governabilità, stabile e duratura.
Ed è proprio su di lei che Weber punta, per far sì che i colleghi del PPE in Europa non si lascino persuadere a stringere – entro le elezioni del 2024 – una grande alleanza con Socialisti e Liberali.
La soluzione di Tajani
Al di là di quanto accaduto, il Ministro degli Esteri e Vicepremier Antonio Tajani, durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, mette a tacere qualsiasi voce su una possibile rottura con il PPE:
“Ci siamo confrontati. C’è stata diversità di vedute ma credo che il chiarimento sia stato utile. Sbagliato però cancellare vertice dei popolari a Napoli”.
E conclude:
“Berlusconi e Forza Italia sono la stessa cosa. Forza Italia è sempre stata con la Nato e per il sostegno all’Ucraina”.
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Ultima Modifica: 24 Febbraio 2023